Nicola Dario I

Nato a Papasidero il 23-12-1836 da Antonio e Porzia Paolino, Nicola Dario esercitò la professione di orefice a Napoli dove il 5 Ottobre 1868 sposò Vacca Filomena, erede di una cospicua fortuna.
L’epidemia di colera che colpì Napoli nel 1884 fu la causa della prematura morte di Filomena Vacca.
Rimasto vedovo, Nicola Dario si dedicò ad opere di bene a favore dei suoi compaesani di cui conosceva bene le precarie condizioni economiche.
Sapeva che, se voleva incidere profondamente nel tessuto sociale del suo paese, doveva iniziare dall’educazione dell’infanzia.
A fornirgli questa convinzione fu la frequentazione della Serva di Dio Isabella de Rosis.
A Napoli la sua dimora era ubicata nel Corso Vittorio Emanuele, 565 nei cui pressi  Isabelle de Rosis, originaria di Rossano (Cs) e fondatrice della Congregazione delle Suore Riparatrici del Sacro Cuore, acquistò nel 1895 il palazzo Finelli, destinato a diventare la Casa Madre della Congregazione da lei fondata.

Dai rapporti intercorsi tra Nicola Dario e Isabella de Rosis scaturì l’idea della costruzione dell’asilo infantile di Papasidero che fu realizzato e inaugurato nel 1902 quando in tutta la Calabria “tale istituzione era pressoché sconosciuta” : ( La questione agraria e l’emigrazione in Calabria: note statistiche” di Dino Tafuri, Leonello De Nobili e Papquale Villari – 1908- a pag. 111) .
Dallo stesso testo si evince che in Calabria nel 1902  di asili infantili se ne contavano 20.
A rimarcare la portata storica della realizzazione dell’asilo infantile ad opera di Nicola Dario, si noti quanto segue:
Il primo asilo infantile fu inaugurato a Napoli il 5-7-1841 dalla “Società per gli Asili Infantili“ costituitasi in quell’anno sotto il patrocinio di alcuni nobili napoletani sensibili al problema e presieduta dal Cav. Alfonso d’Avalos.

Dal 1841 al 1847 si aprirono altri due asili. Essi accoglievano 315 bambini istruiti secondo il metodo dell’Aporti.

Dopo il 1848, a causa della repressione operata nel Regno Borbonico, due asili furono chiusi e rimase solo l’asilo Rotschild.

Dopo il 1860, con l’avvento dell’Unità d’Italia, si formò una Commissione presieduta da Michele Baldacchini che aprì 4 asili che nel 1870 divennero 17 di cui 9 affidati alle suore d’Ivrea e 8 a maestre laiche. ( Da: “Della Istruzione Pubblica e Privata in Napoli dal 1806 sino al 1871” di Girolamo Nisio).

Relativamente all’anno scolastico 1862-63 in Calabria funzionava un solo asilo infantile che contava 110 allievi.

L’anno scolastico successivo gli asili salirono a 4 di cui 2 nella Calabria Citoriore ( Cosenza e Rossano), 1 in quellaUlteriore I e 1 in quella Ulteriore II, con una popolazione scolastica complessiva di 392 allievi e un corpo docente di 13 persone a fronte di una popolazione di 151.255 bambini fino ai 5 anni di età (Dati contenuti nel testo “Didattica” del Cav. Guglielmo Jervis e pubblicato nel 1869 in occasione del VI Congresso Pedagogico Italiano.)

Dalla Relazione presentata al Ministro della Pubblica Istruzione nel 1910 dal Direttore Generale per l’Istruzione primaria e popolare, dott. Camillo Corradini apprendiamo che, relativamente al 1902, su tutto il territorio nazionale operavano 3314 tra asili pubblici e privati distribuiti in 2176 comuni.  6000 comuni ne risultavano ancora privi.

Tenendo conto della distribuzione regionale, 2400 asili si trovavano nel Settentrione, 520 nell’Italia centrale e solo 394 nell’Italia meridionale e nelle isole.

Di questi 394 solo 20 operavano in Calabria.

In questi 20  era compreso l’asilo di Papasidero, un piccolo centro rurale dell’entroterra dell’alto Tirreno Cosentino che aveva già dato i natali all’umanista Carlo Paolino, al pedagogista Francesco Mastroti e ora, per una felice intuizione di un altro suo concittadino, stava per provare i benefici effetti di una scuola per l’infanzia del tutto sconosciuta in tutti i paesi limitrofi.

Per realizzare quest’opera e per renderla operativa in un piccolo centro privo di significative risorse economiche, Nicola Dario, oltre a far costruire la struttura muraria che comprendeva la sala d’istruzione, il cortile per la ricreazione, i locali da adibire a laboratorio, l’alloggio delle Suore e una chiesa per le cerimonie religiose dedicata a San Francesco di Paola, lasciò all’istituzione una rendita vitalizia che, integrata dal contributo comunale  e da quello di altri enti di beneficenza, permisero all’asilo di operare per oltre mezzo secolo, fino a quando, cioè, la massiccia emigrazione della popolazione dopo la seconda guerra mondiale, annullò i presupposti che potevano giustificare l’esistenza di una scuola d’infanzia in un paese con un migliaio di abitanti in prevalenza anziani e con un tasso di natalità pressoché nullo.

Resta il fatto che, per oltre mezzo secolo, gli abitanti di Papasidero usufruirono di un servizio di estrema importanza per la crescita civile e morale della sua popolazione.

Le Suore, poi, oltre a dedicarsi all’istruzione della popolazione infantile, attivarono laboratori di ricamo e cucito per le giovani del paese, dando loro capacità professionali spendibili nel corso della loro esistenza..

La foto che presentiamo mostra un gruppo di ragazze papasideresi che frequentavano i laboratori dell’asilo in un momento di relax.

Alleghiamo a questo studio lo Statuto dell’Asilo Infantile “Nicola Dario” redatto e approvato il 7 Ottobre 1917 dallaCongregazione di Carità operante presso gli uffici Comunali e uno stralcio del testamento in cui il filantropo elenca i lasciti a favore dell’Asilo e maritaggi a favore di giovani donne appartenenti a famiglie indigenti del suo paese natale.

Ma l’Asilo non fu l’unica opera realizzata da Nicola Dario a favore della popolazione di Papasidero.

Le dimensioni insufficienti del vecchio cimitero rendevano urgente il reperimento di un’area cimiteriale più ampia.

Questa fu individuata nei pressi del centro abitato, e Nicola Dario provvide alla sua recinzione e ad attrezzarla con un ossario, una cappella e una camera mortuaria.

Provvide anche alla costruzione di una cappella che doveva diventare il luogo di sepoltura per sé e per i suoi parenti più intimi.

Il Santuario della Madonna di Costantinopoli, situato sulla sponda destra del fiume Lao era collegato in modo precario al centro abitato tramite un ponte reso pericoloso dalla vetustà e dalla cattiva manutenzione.

Nicola Dario ne fece costruire uno nuovo che a tutt’oggi collega il Santuario, luogo di culto prediletto dalla popolazione di Papasidero, con il paese.

Nicola Dario, inoltre, finanziò i lavori per allacciare la corrente elettrica alle case del paese, altra opera ideata e realizzata in anticipo rispetto ai paesi limitrofi.

Tutte queste opere furono realizzate da Nicola Dario dopo che  egli, in seguito alla morte della sua prima moglie, tornò, all’età di 60 anni,  da Napoli a Papasidero per sposarsi, il 21- 1- 1896,  in seconde nozze, con la Nobildonna papasiderese Mariannina Ferraro.

Privo di prole, dedicò tutte le sue cure alla gente del suo paese  spendendo quasi tutte le sue ricchezze accumulate, in parte con il suo lavoro ed in parte ereditate dalla sua prima moglie, mosso da un amore sincero che lo legava al suo paese d’origine e senza chiedere nulla in cambio, sperando solo nella riconoscenza dei suoi concittadini.

Morì a Napoli il 20- 10-1912.

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